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La civiltà e lo sviluppo passano anche per i collegamenti. Lo sapevano bene, in particolare, i Romani, che hanno disegnato l'Italia con le grandi vie Consolari: la via Appia, che parte da Roma in direzione Sud, l'Aurelia che si protende verso Nord-Ovest lungo il Tirreno, Flaminia e Salaria, che a forbice si indirizzano verso l'Adriatico, la prima più a Nord, la seconda leggermente inclinata verso Sud. Grandiose opere pubbliche per quei tempi. La crescita delle aziende, nel nostro paese, trova alcuni dei più insormontabili ostacoli proprio nelle limitazioni alla viabilità, in alcune aree a livelli ormai di saturazione e causa di costanti ritardi nella movimentazione delle persone e delle merci, con tutte le relative diseconomie che ciò comporta. In questo contesto viene a collocarsi il progetto Quadrilatero. Una società, nata con il preciso e unico obiettivo di realizzare un nuovo percorso viario fra Marche e Umbria, risolvendo così il gap infrastrutturale che da oltre trent'anni limita la competitività di due fra le più dinamiche regioni italiane. Quadrilatero è, oggi, una realtà, ma non solo: è un modello destinato a rimanere nella storia delle infrastrutture italiane.